GIOVANNI MIMMO BONINELLI


«Oggi occuparsi di cultura è avere cura di ciò che ci dovrebbe essere ma ancora non c’è: è un mare infinito di lavori da mettere in cantiere». - Mimmo Boninelli

 

Con queste sue parole Mimmo Boninelli esprimeva la sintesi del suo lavoro di ricercatore e il suo impegno nel sondare, testimoniare e far conoscere la storia e le tradizioni orali del territorio bergamasco.

Nato a Bergamo il 7 gennaio del 1951, nel 1991 consegue la laurea in Sociologia e, nel 1995, la laurea in Filosofia presso l’Università di Urbino, entrambe con il massimo dei voti con lode.


Dal 1975 al 1981, Mimmo Boninelli collabora con l'Istituto Ernesto de Martino con il quale intratterrà durante tutto l’arco della sua vita assidui rapporti scientifici inerenti allo studio delle classi popolari e delle culture locali.


Dal 1981 al 1988, come libero professionista, si adopera per il Comune di Bergamo all’allestimento della Fonoteca della Biblioteca "Antonio Tiraboschi" avviando al contempo la costituzione dell’Archivio della Cultura di Base, con l’intento di raccogliere testimonianze orali e fondi di ricerche sul campo finalizzate alla conoscenza delle culture del mondo contadino e della realtà urbana bergamasca. Entrambi i fondi sono oggi conservati presso la Biblioteca Tiraboschi.

Dal 1982, è direttore scientifico della collana di studi etnografici «Quaderni dell’Archivio della Cultura di Base» edita dal Sistema Bibliotecario Urbano di Bergamo, giunta oggi al 41° numero, da lui stesso curato, dal titolo Pastì pastù: fiabe, storie e leggende della provincia di Bergamo di Antonio Tiraboschi.


Assunto dal Comune di Bergamo nel 1988, entra a far parte dapprima dell’organico della Biblioteca Tiraboschi e, successivamente, del Centro Servizi per Stranieri dove si interessa ai temi dello scambio interculturale, alle problematiche scolastiche legate all'inserimento nelle classi di studenti stranieri e all'aggiornamento del quadro statistico degli stranieri residenti in città. Dal 2009 al 2011 collabora con la Fondazione Bergamo nella Storia, concludendo la sua carriera lavorativa nel 2016 presso la Biblioteca musicale Gaetano Donizetti.

La poliedrica personalità di Boninelli, il suo impegno in campo sociale e politico, le sue ricerche storiche, la sua profonda conoscenza del canto popolare, la creatività artistica e la personalità di cantautore rappresentano tutt’oggi un punto di riferimento in campo etnografico ed etnomusicologico. La sua indole di studioso serio e rigoroso unita all’umanità del carattere ne fanno una persona di vaglia, apprezzata da coloro che hanno lavorato con lui sia come colleghi sia come ricercatori e come compagni dei concerti musicali che lo vedevano quale chitarrista e interprete vocale.
Mimmo Boninelli ci ha lasciati nel 2016, nello stesso anno il Comune di Bergamo gli riconosce la Civica Benemerenza alla Memoria con la seguente motivazione:

«Tra le numerose attività da lui seguite, in virtù della sua profonda conoscenza derivata dagli studi di ambito locale, ricordiamo che Mimmo dal 2009 al 2011 ha coordinato, presso la Fondazione Bergamo nella Storia, le attività di ricerca del progetto Bergamo e il Novecento e ha anche curato l’acquisizione dell’archivio e della biblioteca del suo amico Carlo Leidi, figura di rara levatura intellettuale. È stato inoltre cantore, compositore, didatta e custode del patrimonio musicale popolare».